Il concorso letterario, secondo il regolamento, consiste nello scrivere il finale del racconto giallo dello scrittore Emiliano Bezzon, pubblicato qui di seguito, lasciato appositamente senza conclusione.
Viaggio da sola – di Emiliano Bezzon
Da tempo non le capitava di fare tardi in ufficio, ma questa volta non aveva potute dire di no al capo, che le aveva chiesto di terminare la fatturazione degli ultimi ordini dell’anno.
“Dobbiamo spedire il prima possibile le fatture di questo mese, così non ci dobbiamo affannare per chiudere la contabilità dell’anno” le aveva detto, con il consueto garbo. Lavorava con lui, nella piccola azienda artigiana ormai alla terza generazione, da quando si era diplomata in ragioneria.
Ormai erano passati quasi vent’anni, durante i quali aveva sempre lavorato in perfetta armonia con il titolare e l’unica collega, più anziana di lei. A parte qualche scaramuccia tra donne, dovuta forse alle maggiori attenzioni riservate alla più giovane, non aveva mai avuto alcun problema. Lo stipendio le veniva accreditato con regolarità e le gratificazioni economiche, nei periodi di maggiore attività, non mancavano.
“Non si preoccupi, ho già avvisato casa che potrei fare un po’ tardi, ma di sicuro finisco tutto prima di andarmene”. “Grazie Clara, io sono giù in magazzino a controllare gli ultimi colli da spedire domattina. Passi prima di andare, che se è troppo tardi la accompagno in stazione”. “Oh non si preoccupi, i mezzi girano fino a tardi”.
Mentre lui scendeva le scale diretto al piano inferiore, Clara non poteva fare a meno di pensare, con preoccupazione, al tragitto da fare in tram fino alla stazione e poi in treno fino a casa, in quell’ora per lei davvero inusuale. Erano ormai le dieci di sera quando aveva spento computer e luci del suo ufficio, scendendo per salutare il titolare: “allora io vado, il lavoro è finito!”. Nonostante le luci accese e il rumore proveniente dal magazzino, non aveva ricevuto risposta. Strano, ma forse anche il suo datore di lavoro era stanco.
La fermata dell’autobus era a qualche centinaio di metri, da percorrere al buio, in un quartiere fatto solo di uffici e piccole fabbriche, tutte deserte a quell’ora. E faceva freddo, come sempre a dicembre in città: un freddo umido e penetrante. L’autobus arrivava dal fondo del rettilineo, ma sembrava procedere a passo d’uomo. E intorno non c’era anima viva. Forse era una fortuna. Oltre al conducente, chiuso nella sua cabina di guida, nessun altro era a bordo. Salendo aveva salutato il guidatore, senza avere però risposta. mancavano un paio di chilometri alla stazione del treno; sarebbe stata una fortuna non avere altri passeggeri. Era andata così, fino all’ultima fermata prima del capolinea. Era salito un uomo che nemmeno l’aveva guardata e che si era seduto lontano da lei, il più lontano possibile.
La stazione dei treni era animata: gente normale, poca, e gente strana, molta di più. Il suo treno era già sul binario, e anche questo era completamente vuoto, vista l’ora. I pendolari erano ormai tutti a casa. Tutti tranne lei. Non c’erano le consuete compagne di viaggio con cui chiacchierare del più e del meno per non sentirsi addosso la stanchezza di una giornata di lavoro. Anche dopo la partenza sembrava non essere salito nessuno e Clara
era rimasta in piedi, guardando fuori dalle porte lo scorrere delle diverse stazioni, contando quelle mancanti per arrivare a casa. Così le sembrava di essere meno isolata, mantenendo almeno un contatto visivo col mondo esterno, anche se ormai quasi tutto era buio. Li aveva contati i paesi attraversati, ne mancavano ancora solo due. Questione di minuti ormai.
Ma la stretta al collo le aveva offuscato la vista. Per sempre. Improvvisa e inesorabile.
Il mattino seguente, il capotreno aveva trovato il cadavere di una donna nel lurido bagno del vagone di testa. Morte per strangolamento era stato il primo referto del medico legale.
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Il testo del finale non dovrà superare la lunghezza di 3000 (tremila) battute e dovrà essere in lingua italiana.
E’ possibile l’invio di un solo testo per autore.
Il testo dovrà essere inviato entro il 22 marzo 2019 via mail, come allegato e senza indicazione dei dati dell’autore, al seguente indirizzo mail: carla@dealbertis.it indicando nell’oggetto: Concorso Gialli Sibillini 2019. Nel corpo della mail invece, indicare nome, cognome, data di nascita, indirizzo e Comune di residenza, recapito telefonico e mail.
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