FINALISTA PREMIO T YOUNG CLAUDIO DE ALBERTIS
Matteo Arnone
Casa Biblioteca
VINHEDO, SAN PAOLO, BRASILE 2016
Dalle didascalie della mostra in Triennale:
Anno di progettazione: da marzo 2013 a febbraio 2014
Anno di costruzione: da giugno 2015 a novembre 2016
Studio di architettura: Atelier Branco Arquitetura
Responsabile: Matteo Arnone e Pep Pons
Team di progetto: Andreas Schneller, Martina Salvaneschi
Cliente: Privato
Ingegnere strutturista: John Biscuola (Biscuola Engieneering)
Ingegnere della fondazione: Sergio Ludemann (Ludemann Engieneering)
Ingegnere dei sistemi: João Claudinei Alves (JCF projetos e construções) Realizzazione delle casseforme e falegnameria: Edivaldo Lourenço e Eduardo Lourenço
Area del sito: 5.500 mq
Superficie di costruzione: 150 mq
Superficie totale: 200 mq
Costi di costruzione: R$ 400.000,00 (U$ 91.000,00)
La casa doveva essere un luogo di lettura, immerso nella rigogliosa vegetazione del sito, e altresì un luogo di riflessione, esposto ai placidi e sconfinati cieli tropicali, un alloggio temporaneo tra São Paulo e Campinas.
La Casa Biblioteca si trova su di un ripido pendio, la sezione determina la risoluzione del progetto. La linea del pavimento, che le dona un nuovo profilo formando tre ampie terrazze abitabili. La linea del tetto, che si staglia lateralmente dal primo muro di contenimento per definire un orizzonte artificiale.
Il tetto in calcestruzzo, una lama rettangolare di 20×10 metri e di 15 cm di spessore, sostenuta da una maglia ortogonale di otto esili pilastri, caratterizza gli spazi interni ed esterni e determina le diverse qualità spaziali.
L’accesso all’abitazione avviene mediante una scala posta lungo lo stesso asse. All’interno, ci si trova in un’unica stanza vetrata rettangolare che ospita l’intero programma domestico. Le tre terrazze, pur avendo la medesima profondità, hanno altezze variabili da pavimento a soffitto, offrendo diverse condizioni abitative. Un approccio analoga ha determinato l’ubicazione di scaffalature e servizi che in alcuni casi sono state ricavate all’interno dei muri di contenimento. In tal modo lo spazio è rimasto svincolato da ogni elemento che fosse estraneo al suo “disegno”.
(di Fabrizio Ballabio – astratto dal testo per Casabella 882)